un libro di
Daniele Pario Perra
con la partecipazione di
Lucia Babina
Pierfrancesco Frillici
Emiliano Gandolfi
Christina Kreps
Francesco Morace
Renzo di Renzo
Luca Villa
Silvana Editoriale
www.silvanaeditoriale.it
Dopo il grande successo editoriale di Low Cost Design, Daniele Pario Perra prosegue, in questo nuovo volume, la sua originale ricognizione nel cosiddetto “design spontaneo”, documentando le geniali soluzioni che anonimi progettisti hanno messo in atto per risolvere i casi offerti dalla vita di tutti i giorni.
Nelle pagine del volume sono dunque presentati centinaia di esempi di creatività non convenzionale: un ri-uso, o meglio, un uso mutato, illuminato e illuminante non solo di oggetti ma anche di azioni e di pratiche progettuali in grado di modificare l’uso del territorio, che rilevano consuetudini innovative e grande immaginazione.
Le idee presentate sono classificate – come nel primo volume – secondo diversi piani di lettura, ovvero 5 differenti livelli di progettazione per gli oggetti e 6 categorie per le azioni. Le immagini sono introdotte da un testo dell’autore e da una serie di capitoli scritti in forma di blog a due mani con diversi autori su temi che spaziano dalla storia dell’oggetto all’estetica del design, dalla creatività alimentare all’artigianato, dalle tribù urbane alla cultura e pianificazione del territorio, offrendo non solo importanti spunti di riflessione sulla tematica affrontata, ma componendo un quadro di grande interesse sotto il profilo sociologico, urbanistico ed etnografico contemporaneo.
Tutte le immagini sono state selezionate dall'archivio Low-cost Design di Daniele Pario Perra e sono state realizzate dall'artista - Immagini e stampe fotografiche eseguite nei laboratori CentralColor, Catania
Low Cost Design è un progetto costantemente in progress: contributi, feedback e suggerimenti staff@lowcostdesign.org
Low Cost Design
secondo volume
di Daniele Pario Perra
22 × 28 cm
300 pagine
400 illustrazioni a colori
cartonato
edizione italiano/inglese
EAN 97888-3662051-7
€ 35,00
In questa prima parte troviamo oggetti semplici che cambiano uso rispetto alla progettazione iniziale. Tra gli esempi più interessanti abbiamo il catino che diventa lavabo e la persiana che si trasforma in portariviste da parete; le reti da pesca impiegate per proteggersi dalle incursioni dei volatili e il vaso di terracotta usato per fare il barbecue, o le scarpe da ginnastica tagliate per essere indossate come ciabatte. Tutti oggetti elementari, senza particolari modifiche strutturali, ma che suggeriscono nuove progettazioni, oppure che aumentano le funzionalità dei prodotti originali.
Da questo livello in poi iniziamo a percepire un maggiore sviluppo progettuale e più ampie applicazioni di mercato. Troviamo anche qui oggetti che cambiano radicalmente la destinazione d'uso, rivelando la straordinaria abilità inventiva del loro artefice. Tra gli esempi più interessanti abbiamo i palloni da calcio in gomma usati come galleggianti per le reti da pesca e boe, la bottiglia che diventa un dosatore del fertilizzante per le piante e la passerella in legno dedicata ai gatti. Alcuni oggetti, insieme alla novità dell'applicazione, rivelano importanti sinergie tra la forma e il materiale di cui sono costituiti: come la latta dei fagioli trasformata in grattugia, o i tappi delle bottiglie di plastica che possono trasformarsi nella tavolozza di un pittore. La prima è igienicamente valida perché in metallo smaltato, la seconda facilmente lavabile e di assoluta comodità d'uso.
Questo livello ci mostra progettazioni in cui lo spostamento della funzione originaria è incrementata dalla capacità di astrazione e simbolizzazione del progettista. In tali oggetti rivisitati la comunicazione e l'evocazione giocano un ruolo interessante: come accade con il portacenere da esterni a forma di sigaretta, oppure con la panchina assemblata con gli skateboard usati. A seguire troviamo i primi "cortocircuiti concettuali" che, grazie alla loro capacità di disconnettersi dal contesto iniziale, propongono invenzioni con nuovi plusvalori. Come per esempio la maschera da sub per il taglio delle cipolle o i compact disc usati per allontanare gli uccelli grazie agli effetti di rifrazione della luce, oppure il cappuccio di lana che mantiene caldo il caffè appena fatto.
Gli oggetti elaborati, insieme a quelli completi che vedremo dopo, mostrano chiaramente i segni della progettazione interdisciplinare. Combinazioni in cui un semplice imbuto in plastica diventa uno strumento perfetto per proteggere i filtri per il monitoraggio dell'inquinamento, preservandoli dalla pioggia, ma al tempo stesso senza ridurne l'esposizione all'aria. Compaiono i primi oggetti che funzionano in relazione al comportamento animale: come le bottiglie piene d'acqua che, deformando l'immagine riflessa, dissuadono i cani dalle deiezioni sulle colonne. Spesso un oggetto multifunzionale non equivale a una macchina tecnicamente più elaborata, ma a un dispositivo utile a risolvere bisogni più complessi grazie all'incremento dell'immaginazione. Anche qui non mancano oggetti re-inventati che prevedono il potenziamento delle funzioni originarie: come le palline da tennis poste sotto le sedie per proteggere i tappeti, o il vassoio antiscivolo per camerieri, oppure i tappi di sughero inseriti nei coperchi con manici in ferro per non bruciarsi le dita. Si tratta, indefinitiva,di uno stadio di progettazione più maturo diretto all'assoluzione di bisogni via via più complessi rispetto ai precedenti, aumentando anche gli applicativi di mercato.
Il quinto livello è il vertice di questa progettazione per completezza ed efficacia, soprattutto per l'alto grado di semplicità inversamente proporzionale all'importanza del compito o del servizio da adempiere: è il caso della fetta di pane che serve ad assorbire sia gli odori sgradevoli sia l'umidità dagli abiti riposti in un armadio. Anche a questo livello incontriamo oggetti che interagiscono con il comportamento animale: le maniglie apri-porta per cani, oppure le palline da golf per favorire la cova delle galline. E infine arriviamo a quelli che influiscono direttamente sul comportamento umano. Abbiamo a questo proposito i sistemi antiparcheggio oppure il foglio di polietilene posto sopra agli espositori di caramelle come dissuasore sonoro dal furto. Inoltre, abbiamo scoperto una grande capacità di progettazione interculturale con le bacchette cinesi (chopsticks) a molla oppure con il tappo di sughero con spilli riutilizzato per estrarre le lumache di mare dal loro guscio. Questo è il livello in cui intuizione, semplificazione tecnologica e conoscenza interdisciplinare danno vita a piccoli capolavori dell'ingegno umano, sia per la loro qualità ideativa che per il loro basso costo di produzione.
Il capitolo pianificazione territoriale privata raggruppa le azioni di tutti i gruppi sociali che progettano o realizzano opere nello spazio pubblico. Attraverso processi di confronto e aggregazione, conformità alle istituzioni e variazioni delle consuetudini, i gruppi si riappropriano dei luoghi della vita quotidiana. Davanti ai nostri occhi si profilano paesaggi familiari, ma al tempo stesso straordinariamente inaspettati: dove i fili del bucato s'intrecciano tra i pali dei cartelloni pubblicitari, le finestre delle case si trasformano in vetrine di negozi, le belle statuine dei santi protettori o i tempietti votivi cari alla religiosità popolare si ergono al centro di piccole piazze di quartiere. Una riflessione sugli sconfinamenti fra pubblico e privato, tra un uso regolamentare e omologato dei luoghi e un uso alternativo, affidato alla reinterpretazione autonoma e creativa degli individui; un territorio di mezzo fra la responsabilità e i diritti di tutti e il desiderio di affermare la propria libertà oltre le norme e le convenzioni stabilite.
In questa sezione abbiamo raccolto degli esempi di commercio ambulante rivisitato in maniera creativa e originale: mestieri con una tradizione molto antica che hanno resistito alla prova del tempo e che possono considerarsi gli antenati degli attuali "lavori flessibili". I venditori si spostano per quartieri, paesi e città, con cadenza regolare, e considerano la mobilità il loro punto di forza. I mezzi di trasporto di cui si servono per far circolare le merci sono abilmente attrezzati per veicolare una vera e propria campagna di comunicazione pubblicitaria on the road. Le loro strategie di vendita, la loro retorica mercantile, il loro savoir-faire non sono esercitati in assoluta anarchia, ma sono in realtà governati da un complesso di regole mai scritto, anche se da tutti tacitamente rispettato. All'offerta di merci garantite, spesso affiancano servizi aggiuntivi, pensati su misura per il cliente: come l'assistenza e la consegna a domicilio, la riparazione in caso di guasti dei prodotti trattati, talvolta anche l'opportunità di un acquisto rateale senza effetti bancari. Queste "leggi" sono il frutto di un rapporto di prossimità fra le parti che da sempre caratterizza lo scambio di qualsiasi natura nelle società civili.
La pianificazione pubblica e la progettazione dei singoli cittadini si influenzano a vicenda. Questo è uno dei capitoli più complessi, perché riflette sulle differenze comportamentali tra due entità, separate talvolta solo da confini molto sottili. È un tipo di interazione "creativa" che rappresenta sia un punto di incontro sia una linea netta di demarcazione fra pubblico e privato. Spesso gli individui pianificano gli spazi comuni comportandosi come se fossero delle istituzioni statali, e viceversa quest'ultime si rifanno a soluzioni intraprese proprio dai privati, nell'ambito della gestione del territorio e dei servizi. Capita spesso di trovare cassonetti dell'immondizia "non legali", collocati sul ciglio della strada dai cittadini e che vengono prontamente svuotati dagli addetti alla raccolta municipale. Allo stesso modo troviamo palme tagliate a forma di sedia dagli operai del comune o barriere antiparcheggio trasformate in fioriere con tavolino dal proprietario di un bar vicino. Oppure trovare cassette delle lettere attaccate ai pali della segnaletica stradale, per evitare al postino di addentrarsi nelle strade interne per consegnare la posta. Questi interventi producono uno scambio di ruoli e di funzioni: da una parte assegnano una maggiore responsabilità ai privati nella logistica dei servizi pubblici, dall'altra invitano gli enti istituzionali a fare scelte gestionali più flessibili e meno burocratizzate.
A volte gli abitanti della città risolvono le inadempienze dei servizi pubblici e le carenze progettuali del proprio territorio risolvendo le questioni a modo loro, con mezzi propri, perché stanchi di tollerare i lunghi tempi di attesa cui li obbliga il gestore pubblico. Ci sono per esempio cittadini che si mettono a riparare, per renderle più confortevoli, le pensiline di attesa del bus; altri che creano sistemi di dissuasione contro il parcheggio abusivo nelle aree di confine tra proprietà pubblica e privata; altri ancora piazzano specchi per aiutare l'orientamento sia dei pedoni sia degli automobilisti in angoli stradali ad alto rischio d'incidente, oppure che dipingono a mano i nomi delle vie laddove non sono presenti. Tutti interventi privati, certo, e frutto dell'autogestione del territorio, ma ugualmente legati all'idea di servizio collettivo che in sé ha già il valore di una risposta politica.
In questa sezione abbiamo raggruppato diversi modi di comunicare attraverso l'uso di oggetti che si trasformano in veicoli simbolici di espressione artistica o informazione pubblicitaria. Messaggi efficaci con forti componenti visuali che si trasformano in nuovi codici di comunicazione urbana. Come le cassette delle lettere a forma di simboli nazionali o religiosi, volte comunicare la provenienza del possessore, o come i palloni da calcio tagliati sul portale della chiesa, usati come monito. Questi oggetti definiscono status sociali e comunità di appartenenza, attraverso la diffusione di segni a valenza ideologica, politica, culturale, religiosa o meramente commerciale. L'insieme di queste tracce, e dei loro codici di lettura, formano l'identità stratificata e molteplice di un vasto ambiente umano che continuamente rivolge la sua immagine all'esterno.
Quando i privati operano per il mantenimento della loro sicurezza personale o della propria influenza, il controllo del territorio non è più inteso solo come esercizio dell'ordine pubblico, ma anche come metodo di espansione e appropriazione da parte dei gruppi che vi abitano, sia quelli all'interno sia quelli all'esterno della legalità. Pur essendo di natura diversa, entrambe condividono un atteggiamento di difesa, un bisogno di protezione. C'è chi per esempio mette specchi retrovisori sul balcone di casa per controllare l'ingresso eventuale di estranei e chi invece posiziona superfici riflettenti agli angoli delle strade, per poter avvistare l'arrivo (non gradito) della polizia. I problemi di fondo, escludendo l'illegalità, restano la sicurezza e la mancanza di rispetto delle regole scritte e non scritte che disciplinano la convivenza reciproca fra gli abitanti di uno stesso territorio.
Daniele Pario Perra è un artista relazionale, ricercatore e designer impegnato in attività espositive, progetti di ricerca e insegnamento. Il suo lavoro si sviluppa in ambiti disciplinari diversi: arte, design, sociologia, antropologia, architettura e geopolitica. Si occupa da diversi anni di creatività spontanea, tendenze culturali e modelli di sviluppo urbano, in una costante relazione tra cultura materiale e patrimonio simbolico. Nel 2001 ha iniziato il database Low Cost Design che contiene oltre 7000 scatti fotografici sulle trasformazioni degli oggetti e dello spazio pubblico in Europa e nell’area del Mediterraneo, pubblicato in due volumi bilingue da Silvana Editoriale. Low Cost Design è anche una mostra itinerante con più di 500 oggetti reinventati dalle persone e raccolti in tutto il mondo a partire dalla stessa data. Daniele Pario Perra ha studiato le rappresentazioni e i rituali del commercio ambulante in Sicilia all’interno del progetto “Economic Borders”. Ha indagato la comunicazione spontanea in diverse città europee con il format “Fresco Removals”, insegnando agli abitanti, in vere e proprie azioni urbane, come rimuovere e conservare scritte sui muri e graffiti ritenuti esemplari prima della loro cancellazione. Nel 2005 ha pubblicato Politics Poiesis, la sua prima monografia che raccoglie una lunga serie di riflessioni, stimoli e progetti dedicati all’arte contemporanea nel contesto urbano.
Daniele Pario Perra ha insegnato alla Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma, alla Delft University of Technology, al Politecnico di Milano e alla Denver University in Colorado. I suoi workshop – Fantasy Saves the Planning, Art Shakes the Politics, Anarchetiquette/ Fresco Urban Removals, Design on the Cheap e Politics Poiesis – vengono continuamente proposti nelle principali città europee. Tra il 2000 e il 2010 ha esposto opere, ideato azioni urbane e coordinato progetti tra Roma, Milano, Torino, Sarajevo, Barcellona, Chicago, Rotterdam, Berlino, New York, Berna, Parigi, Marsiglia, Buenos Aires, Santiago, Lubiana, Denver, Belgrado, Budapest e Londra.
http://it.wikipedia.org/wiki/Low_Cost_Design
http://it.wikipedia.org/wiki/Daniele_Pario_Perra